Teorie di riferimento
JEAN PIAGET
La più importante teoria sullo sviluppo mentale del bambino, la prima ad averne analizzato sistematicamente, col metodo clinico di esplorazione delle idee, la percezione e la logica, è quella elaborata da Jean Piaget (1896-1980). Egli ha dimostrato sia che la differenza tra il pensiero del bambino e quello dell'adulto è di tipo qualitativo (il bambino non è un adulto in miniatura ma un individuo dotato di struttura propria).
Piaget ha suddiviso lo sviluppo cognitivo del bambino in cinque livelli (periodi o fasi), caratterizzando ogni periodo sulla base dell'apprendimento di modalità specifiche, ben definite. Ovviamente tali modalità, riferendosi a una "età evolutiva", non sempre sono esclusive di una determinata fase.
VITGOTSKIJ E LA ZONA DI SVILUPPO PROSSIMALE
Zona cognitiva metaforica entro la quale uno studente riesce a svolgere con il sostegno (scaffolding) di un adulto o in collaborazione con un pari più capace, attraverso la mediazione degli scambi comunicativi, compiti che non sarebbe in grado di svolgere da solo.
BRUNER
La narrazione è una delle prime modalità attraverso cui il bambino si esprime e comunica la propria visione del mondo, ma non per questo è un’attività semplice. Il pensiero narrativo si accompagna ad un intenso lavorio cognitivo che porta alla creazione del Sé, al mantenimento della sua coerenza, come sostiene Bruner, e allo sviluppo affettivo.
WENGER
TD (Tecnologie Didattiche)
Tale termine indica un insieme di sistemi, tecniche e strumenti soggetti a progettazione, sviluppo, applicazione e valutazione, il cui scopo è quello di migliorare i processi dell'apprendimento dell'uomo.